La guerra in Ucraina taglia i fatturati di 1 azienda su 3 (32%) per l’esplosione dei costi, fra carburanti elettricità e riscaldamento, l’aumento delle materie prime, il rallentamento dell’economia con la frenata su ordini, commesse e appalti. È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) sugli effetti dei oltre venti giorni di conflitto alle porte dell’Europa che sta insanguinando le terre dell’Est dopo l’invasione da parte dei russi.
Uno scenario internazionale con pesanti ripercussioni su tutti i settori, dalla salute al sociale, dai servizi alla logistica, dal turismo all’alimentare, dalla scuola allo sport fino agli spettacoli dopo un 2021 nel quale il 72% delle aziende era riuscita a conservare il proprio giro d’affari o addirittura a migliorarlo dopo l’anno nero dello scoppio della pandemia con l’intenzione da parte di oltre 1/3 delle imprese (39%) di assumere altri collaboratori entro il 2022.
Il conflitto in Ucraina scatenato da Putin sta rimettendo in discussione piani di sviluppo e nuove assunzioni anche perché i cali del fatturato vanno fino al 10% per quasi la metà delle imprese che li hanno rilevati, per salire poi fino al 30% per 1/3 delle realtà ma con crolli anche del 50% e oltre in una fascia per fortuna minoritaria fra le aziende che hanno subito tagli al giro d’affari dallo scoppio della guerra.
A tutto questo si aggiunge l’aumento del peso dei costi per carburanti e bollette che ha investito i bilancio del 77% delle imprese aggravando una tendenza già in atto dalla fine dello scorso anno con il record prezzi per l’energia è l’incubo di 4 imprese su 10 (43%) per l’effetto a valanga su investimenti, piani di sviluppo e posti di lavoro, secondo l’indagine Uecoop.
L’attuale situazione di guerra e di tensioni internazionali politiche e commerciali crescenti mette a rischio le potenzialità di crescita delle quasi 80 mila cooperative italiane che da nord a sud dell’Italia impiegano oltre un milione di persone concentrate soprattutto nella fascia fra i 30 e i 49 anni (58,5%), metà è rappresentata da donne e circa il 66% ha un diploma di scuola secondaria e più del 15% è laureato.