Nel breve periodo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) prevede per l’Italia una crescita più lenta rispetto a quanto ci si aspettava prima del conflitto in Ucraina. È quanto emerge dall’Economic Outlook 2022, dove si stima che il nostro Paese vedrà il suo Pil aumentare del 2,5% nel 2022 e addirittura soltanto dell’1,2% del 2023. Tra le cause di questo brusco cambio di passo, in controtendenza con il positivo rimbalzo del +6,6% del 2021, le difficoltà sugli approvvigionamenti energetici, l’aumento dei prezzi e le incertezze sull’esito del conflitto.
Questi dati sono in linea con quanto emerso da una recente indagine fatta da Uecoop ad un campione nazionale di cooperative associate a cui erano state poste alcune domande sull’andamento delle loro attività dopo l’inizio della guerra. Per il 77% c’è stato effettivamente un aumento dei costi di gestione, quantificabili per la maggioranza degli intervistati dal 10% a oltre il 50%. Ma sono stati registrati anche dei segnali positivi, visto che per il 68% del campione non c’è stata diminuzione del fatturato.
È importante quindi che ci sia un’efficace strategia governativa per fronteggiare l’attuale complessa congiuntura economica. “Nuovi incentivi per il settore privato e il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza – si legge nel rapporto Ocse – attenueranno parte dell’impatto negativo delle interruzioni dell’approvvigionamento e dell’incertezza sugli investimenti”. Centrale anche il ruolo delle riforme che “invierà un segnale importante e sosterrà la fiducia e la crescita” con positive ricadute su salari, occupazione e fiducia delle famiglie di potersi riprendere più rapidamente del previsto.