Imballaggi: la filiera agroalimentare italiana chiede il principio di reciprocità

05.03.2024

A seguito dell’accordo raggiunto in sede di trilogo, l’intera filiera agroalimentare italiana rappresentata da Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil continua a sostenere con forza il principio di reciprocità voluto in questa materia da Parlamento europeo e Consiglio.

Auspichiamo che nel negoziato in corso ci possano essere ulteriori scelte a difesa delle imprese europee che evitino l’inquinamento e lo spreco alimentare, come avverrebbe con alcune proposte ora sul tavolo che non tutelano a sufficienza alcuni settori quali l’ortofrutta.

Abbiamo evitato incomprensibili ed impraticabili decisioni come l’obbligo di riuso delle bottiglie di vino o il divieto dei vasi per le piante dei nostri florovivaisti. Ci siamo impegnati in questi mesi in un intenso lavoro di squadra con gli europarlamentari e il Governo italiano per difendere l’agroalimentare Made in Italy e la salvaguardia di tutte le filiere coinvolte comprese quelle industriali.

L’intesa provvisoria raggiunta, pur essendo peggiorativa rispetto alla posizione del Parlamento europeo, rappresenta un passo in avanti sulla proposta iniziale della Commissione che avrebbe avuto un effetto devastante sulle nostre imprese. Auspichiamo che si possano avere ancora miglioramenti validi per il settore dell’ortofrutta in quanto mantenere in capo agli Stati membri la possibilità di concedere deroghe può frantumare il mercato europeo rendendolo ingestibile per chi esporta.  Abbiamo lavorato con convinzione anche per favorire l’utilizzo di bioplastiche totalmente biodegradabili e compostabili, che rappresentano un vero strumento di transizione ecologica e che non sono ancora sufficientemente supportate.

Continuiamo a pensare che dovranno essere valorizzate le esperienze di Paesi come l’Italia che hanno superato l’80% della raccolta e riciclo costituendo dei veri e propri modelli di economia circolare.

Così come era strutturata, la proposta di regolamento della Commissione Ue avrebbe di fatto colpito due dei settori del Made in Italy più esportati all’estero, il vino e il florovivaismo, le cui vendite hanno raggiunto nel 2023, rispettivamente, la quota record di 8 miliardi di euro e 1,25 miliardi di euro.

Tuttavia anche sul testo attuale, migliorato pure grazie alla sensibilizzazione fatta dalle associazioni delle imprese e dei produttori del Made in Italy, auspichiamo ulteriori miglioramenti.