L’addio alla Dad, la didattica a distanza, per più del 90% dei ragazzi è una importante boccata d’ossigeno per le famiglie alle prese fino a oggi con la gestione dei figli a casa, dai problemi di collegamento per le carenze della banda larga alle preoccupazioni per livelli di apprendimento e di attenzione in ambienti diversi da quelli scolastici. È quanto afferma l’Unione europea della cooperative (Uecoop) in occasione del ritorno in classe di un numero di studenti compreso tra 7,7 e 8,5 milioni in base al colore delle regioni di appartenenza e alla capienza degli istituti. Le regole di distanziamento e le precauzioni per limitare il diffondersi del contagio hanno comportato un ripensamento globale della scuola fra turni di ingresso, rimodulazione degli spazi e delle lezioni. Con l’emergenza Covid è esplosa la didattica a distanza che si scontra però con il divario digitale che colpisce di più le regioni del sud, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata al Molise fino alla Puglia dove in media 1/3 delle abitazioni non dispone di un collegamento on line in grado di supportare grandi flussi di dati.