Il pieno di carburante costa in media 16 euro in più ogni volta che ci si ferma al distributore con una stangata record su famiglie e imprese. È quanto emerge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati del Ministero della transizione ecologica in riferimento al balzo dei prezzi dei carburanti a gennaio 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Negli ultimi dodici mesi la benzina è rincarata del +20,4% mentre per il diesel il costo è aumentato del +22,4% con i prezzi alla pompa che in alcuni casi, sulla rete autostradale, sfiorano anche i due euro al litro per la benzina. Il caro prezzi sta squilibrando tutti i parametri di costo fin qui considerati nei contratti già stipulati per la fornitura di beni e servizi o per la gestione di attività sociali, assistenziali ed educative con enti pubblici e privati con la necessità di adeguare la spesa agli ultimi record dell’energia.
Una situazione che pesa su un comparto ad alto impiego di lavoro come la rete delle 80 mila cooperative italiane con oltre un milione di occupati distribuiti più settori produttivi dai servizi alla logistica, dal turismo all’alimentare, dalla sanità alla scuola, dallo sport agli spettacoli. La spesa per il pieno ha un impatto rilevante sui costi di produzione, sui servizi e sui trasporti visto che l’85% delle merci che viaggiano su strada, alle quali si aggiungono gli spostamenti pubblici e privati degli addetti delle imprese.
La corsa dei beni energetici, dai carburanti alle bollette – evidenzia un’indagine di Uecoop sulle realtà produttive italiane – frena quasi 2 imprese su 3 (72%) con il boom dei costi per trasporti, riscaldamento, illuminazione e servizi. Per questo fra le realtà che investono in soluzioni green una quota del 16% ha scelto l’acquisto di auto ibride per mitigare il caro carburanti.
Contro il rincaro dei carburanti famiglie e imprese possono seguire anche alcune regole di autodifesa come la caccia al prezzo migliore nella propria area di residenza o lavoro, l’utilizzo del self service e delle cosiddette “pompe bianche” non controllate dai grandi marchi del petrolio, il pieno fatto prima di entrare in autostrada dove invece i prezzi sono più alti, la scelta del percorso più breve fino alla manutenzione regolare dell’auto per ottimizzare l’uso del carburante.