Bisogna semplificare al massimo i superbonus al 110% per consolidare la ripresa dell’edilizia in Italia e recuperare i 161mila posti di lavoro persi fra costruzioni e i servizi immobiliari per la pandemia da Covid. È quanto afferma l’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento al rimbalzo del +26% della superficie abitativa utile in Italia secondo gli ultimi dati Istat relativi al terzo trimestre 2020 rispetto al trimestre precedente, con valori che però non riescono ancora a compensare i pesanti effetti dell’emergenza sanitaria.
In questo contesto i superbonus al 110% per risparmio energetico e prevenzione antisismica sono uno strumento chiave per la ripartenza e il rilancio della filiera dell’edilizia, per la rigenerazione urbana, per garantire maggiori livelli di risparmio energetico e per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato. Purtroppo la complessità burocratica di queste misure, fra tempi di attesa, documentazione e valutazioni di banche e aziende su cessione del credito o sconto in fattura, frena gli effetti espansivi attesi.
Per consolidare la ripresa del mattone con l’uscita dall’emergenza Covid è necessario snellire al massimo le procedure, nel rispetto delle norme e dei meccanismi di controllo, e prolungare negli anni l’applicazione dei superbonus che, fra interventi strutturali antisismici e miglioramenti energetici, interessa una platea potenziale di 9 milioni di famiglie in Italia con migliaia di imprese e cooperative coinvolte. La possibilità di una programmazione pluriennale degli interventi è strategica per la ripresa dell’edilizia che è uno dei settori economici con la più alta intensità di utilizzo di manodopera e capitali ed è in grado di offrire un contributo concreto alla ripresa del Paese con l’uscita dalla fase acuta della pandemia grazie all’avanzare della campagna vaccinale.