Sono circa 20mila le famiglie italiane che hanno bambini che soffrono di disturbi del comportamento riferibili a un certo livello di autismo per i quali occorrono terapie specifiche, assistenza e una continua azione di stimolazione della comunicazione e del contatto sociale. È quanto emerge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico per la fascia di popolazione compresa fra i 7 e i 9 anni in occasione della giornata mondiale sull’autismo venerdì 2 aprile proclamata dall’Onu.
L’autismo è un disturbo del comportamento presente in modo trasversale nella società con diversi livelli di gravità e comporta, per chi ne soffre, difficoltà di relazione con gli altri e di comunicazione. Una patologia che colpisce i maschi 4,4 volte più rispetto alle femmine secondo l’Osservatorio nazionale. Attualmente, la prevalenza del disturbo è stimata essere circa 1 su 54 tra i bambini di 8 anni negli Stati Uniti, 1 su160 in Danimarca e in Svezia, 1 su 86 in Gran Bretagna.
Con l’emergenza Covid le persone che soffrono di disturbi dello spettro autistico possono accusare di più lo stress dovuto all’applicazione delle misure anti contagio con le limitazioni agli spostamenti oltre ai problemi di assistenza in caso di ricovero in ospedale a causa del virus. Fare sport all’aria aperta, una passeggiata, partecipare a laboratori o alle uscite didattiche sono attività fondamentali per chi è affetto da autismo. In casa è importante che i bambini autistici siano aiutati a mantenere la routine quotidiana: dal sonno ai giochi, dall’attività fisica alle terapie che non vanno interrotte nonostante le limitazioni anti contagio.
Una situazione che vede schierate in prima linea quasi diecimila cooperative sociali e di assistenza che ogni giorno da nord a sud della Penisola affiancano le famiglie nel sostegno a chi soffre di disabilità psicofisiche. L’autismo è un disturbo multiforme del comportamento che però non preclude a prescindere la partecipazione di chi ne soffre ad attività sociali, viaggi o lavoro.
Ci sono ancora troppi pregiudizi mentre occorre costruire una società inclusiva, altrimenti le persone autistiche non riusciranno ad inserirsi nel mondo del lavoro, soprattutto per gli ostacoli che una parte della società pone ai soggetti autistici dall’asilo all’età adulta. È importante promuovere una cultura diversa coinvolgendo non solo le istituzioni ma anche gli imprenditori per gli inserimenti nel mondo del lavoro.