Al ritmo di 200mila vaccinazioni al giorno ci vorranno più di 8 mesi fino a novembre per immunizzare almeno con una dose tutta la popolazione con un allungamento dei tempi che frena l’economia e la ripresa occupazionale. È quanto merge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento alla mancanza di dosi anche questa settimana in Italia con disservizi e ritardi sull’emergenza Covid che si registrano in alcune regioni. Serve uno sforzo corale dell’intera comunità nazionale, dall’amministrazione pubblica ai cittadini, per recuperare i ritardi e velocizzare la distribuzione dei vaccini come indicato dal premier Mario Draghi. Per questo anche le cooperative italiane si sono mobilitate per partecipare alla guerra al virus mettendo a disposizione spazi vaccinari in 170 siti da nord a sud del Paese e potenziando le misure di sicurezza, dai dispostivi di protezione all’organizzazione del lavoro, per dipendenti e soci. La corsa alla vaccinazione è fondamentale per una vera ripartenza sanitaria, sociale ed economica dell’Italia.
La crisi economica e l’emergenza sanitaria stanno condizionando la percezione di famiglie e imprese sulla situazione attuale e sul medio periodo con solo poco più di 1 italiano su 4 (28,9%) che esprime un giudizio positivo sulle prospettive future. Un trend pessimista influenzato dalla lunga guerra contro il Covid che sta logorando il tessuto sociale e imprenditoriale. Nel 2020 hanno chiuso quasi 100 imprese cooperative ogni mese con quasi tutti i settori colpiti – spiega l’analisi di Uecoop su dati Unioncamere – dalle costruzioni ai servizi, dalle attività professionali allo spettacolo, dalla sicurezza al commercio, dalla logistica all’istruzione per un comparto cooperativo che a livello nazionale impiega oltre un milione di persone.
Fra le imprese cooperative – rileva l’ultima indagine Uecoop – 1 su 5 (21%) pensa che nel 2021 non ci sarà alcuna ripresa a causa delle pesanti conseguenze dell’emergenza Covid con bilanci in rosso, tagli del fatturato e crollo dei consumi, mentre per oltre la metà delle aziende (51%) teme che ci vorrà almeno un anno per vedere la partenza di qualche piano legato alle risorse europee. Una situazione preoccupante che rende ancora più urgente da una parte lo sblocco e il potenziamento del piano vaccinale per uscire prima possibile dalla situazione di emergenza e dall’altra serve un rapido ed efficiente utilizzo delle risorse europee del Recovery Plan. Anche se il 65% delle imprese pensa che bisognerà aspettare almeno la seconda metà del 2021per una ripresa dell’economia.